L’evoluzione del costume da bagno: come è cambiata la moda mare
Cambiano i tempi, la storia scrive nuove pagine e la moda, inevitabilmente, si evolve. Se pensiamo soltanto agli ultimi cento anni, è facile rendersi conto di quanto siano diverse le nostre vite da quelle dei nostri avi. Avete mai provato a guardare una fotografia di vostra nonna in spiaggia all’età di vent’anni? Sicuramente fareste perfino fatica a riconoscere un costume da bagno in ciò che indossa. Proprio il beachwear infatti ha saputo evolversi e adattarsi ai mutamenti sociali, alle nuove epoche e ai diktat del fashion system.
Il bikini è sempre esistito?
Domanda difficile. Se convenzionalmente la nascita del celebre due pezzi risale a poco più di 70 anni fa, sembra che già nel periodo romano del III sec. d.C. il bikini fosse in voga tra le fanciulle. A dimostrarlo un mosaico ritrovato a Piazza Armerina (Sicilia) in cui sono raffigurate alcune donne che, coperte solo da una fascia sul seno e uno slip, giocano a palla. Storia vecchia? Una semplice curiosità prima di addentrarci nei cambiamenti che hanno caratterizzato il costume da bagno dal 1900 ad oggi.
Ritorno al passato
La moda mare per come la intendiamo noi oggi, ha un passato relativamente recente. È solo a partire dal 1800 infatti che le donne cominciano a frequentare i bagni e a concedersi un tuffo rinfrescante. Interamente coperte da mantelli castigati, uscite dall’acqua tornano alla loro mise quotidiana: vestiti leggeri in tinte chiare e parasole per evitare di abbronzarsi, pratica considerata tipica dei ceti più bassi. Il vero e proprio costume da bagno è in realtà un pantalone morbido lungo fino al polpaccio abbinato a un abito ampio ma stretto in vita. È soltanto sul finire del XIX secolo che qualcosa inizia a cambiare: sparisce qualche centimetro di tessuto e comincia a prendere piede la moda navy a base di righe bianche e blu e scollatura retta sulla schiena. La pratica microfibra è un sogno ancora lontano in quanto il tessuto must dell’epoca è la flanella.
Ma la vanità è donna e anche le signore di quel tempo non sembrano voler rinunciare alla loro sensualità: i bustini vengono indossati sotto il costume per marcare il girovita, compaiono le prime gonne a palloncino e anche i pantaloni diventano più aderenti.
Arriva il nuovo secolo
Nei primi anni del XX secolo, un accessorio da bagno che inizia a diventare sempre meno utilizzato sono le calze. Contemporaneamente, comincia a prendere piede la moda della villeggiatura al mare portando inevitabilmente a dei cambiamenti nella moda. Le donne infatti ricercano più libertà, accentuano dunque le scollature e trovano la comodità in costumi interi lunghi ma aderenti. La lana rimane il tessuto più utilizzato perché, una volta bagnato, evita di lasciare intravedere…qualcosa di troppo! Zero trasparenze, ça va sans dire! Non solo in spiaggia ma anche alle terme, le signore sfoggiano cappelli, cuffie da bagno, pizzi e ricami. Si avvicinano gli anni ’20 e il beachwear sembra destinato a una svolta significativa.
I ruggenti anni ‘20
La femminilità non è più un tabù, le donne vogliono mostrare il loro corpo e quale migliore occasione se non al mare. Si ritaglia un angolo di popolarità il costume da bagno sportivo, senza maniche con gambe scoperte (interamente o a metà) e scollature tonde sia sul decolleté sia sul dorso. Le fantasie abbondano e si mettono da parte la monotonia della tinta unita e delle righe per lasciare spazio a nuove grafiche geometriche e astratte. L’abbronzatura viene finalmente sdoganata e prendere la tintarella diventa una passione anche per le donne borghesi. L’alta moda si interessa al beachwear e nascono i primi modelli in seta – eleganti e raffinati – disegnati da famosi stilisti. Fa il suo esordio il pigiama da mare, un sofisticato abbinamento di pantaloni dal taglio morbido con bluse smanicate e giacca. Una tendenza che rimarrà viva anche nel decennio successivo.
Il dopoguerra
Gli anni ’30 e i primi anni ’40, soprattutto a causa della guerra, rappresentano un momento di stasi anche per la moda. Eppure la spiaggia rimane un luogo di evasione e le coste italiane si popolano di bagnanti. Il desiderio di godere dei benefici del sole fa ‘restringere’ i costumi da bagno, cambiano i tessuti e la lana viene rimpiazzata o dal jersey o da altri materiali elasticizzati. Le stampe floreali spopolano e la povertà cagionata dalla guerra induce le donne a creare capi fai da te sempre più corti.
Una pietra miliare nella storia del costume da bagno viene posta nel 1946 quando a Parigi compare il primo bikini. Un capo che fa scandalo, le sue dimensioni ridotte lo rendono difficile da indossare e solo poche ragazze giudicate audaci e smaliziate cedono al suo fascino. Durante gli anni ’50 il due pezzi è ancora oggetto di vergogna al punto da rendere sanzionabile per oltraggio al pudore chi lo indossa. È ancora l’epoca del costume intero con gonnellino e per le maggiorate c’è spazio per modelli fascianti con generose scollature a cuore. L’eleganza di icone di stile come Marilyn o altre dive del cinema, diventa un modello per la gente comune che con una moda semplice emula i trend delle star: turbanti in spugna o cuffie con petali di gomma per proteggere i capelli, sandali con zeppe in corda e ballerine come Audrey Hepburn diventano le calzature della moda mare per eccellenza.
Tempi moderni
Siamo in pieno boom economico, gli anni ’60 determinano un punto di svolta: i tempi moderni sono finalmente alle porte. E mentre Brigitte Bardot esibisce sensuali bikini, la moda si trasforma e il due pezzi diventa finalmente alla portata di tutti. Nuove fantasie, colori, ricami e applicazioni e soprattutto rinnovamento nei tessuti. È il decennio della Lycra, il rivoluzionario materiale capace di asciugarsi velocemente, ed è anche il decennio che porta agli anni ’70, agli hippy e alla loro voglia di libertà. Arrivano così i primi bikini con il reggiseno a triangolo e senza imbottitura spesso realizzati a crochet, gli slip lasciano sempre meno spazio all’immaginazione e anche l’utilizzo del monokini o topless che dir si voglia, inizia a diffondersi. Dapprima considerato oltraggioso, al contrario piace alle ragazze che senza vergogna sfoggiano il loro ‘pezzo unico’ sulle spiagge del Belpaese.
Il costume da bagno oggi
Gli anni ’80 e ’90 sono caratterizzati da uno stile tutto americano. Dal continente a stelle e strisce arrivano infatti i bikini sgambati con un reggiseno sempre più striminzito e i costumi interi, perfetti per emulare le protagoniste di Baywatch: unico obiettivo, esaltare la femminilità.
Il nuovo millennio porta con sé nuove tendenze come il trikini e il desiderio di personalizzare sempre più il proprio costume da bagno. Nasce il mix & match che consente di mescolare colori, modelli e fantasie così da creare bikini unici. Inoltre, si ripropongono mode passate dal gusto vintage come lo slip a vita alta da vera pin-up. E quest’estate? Al ritorno dei ‘mutandoni’, si aggiunge quello del costume intero. Un festival di stili e tendenze che ogni estate trasforma la spiaggia in una passerella sopra la quale esprimere la propria personalità.
AUTORE Gaia Guarino