La Valsesia: turismo, territorio e tradizioni
Ecco dove andare e cosa visitare tra le valli piemontesi
La Valsesia si potrebbe riassumere in tre parole, in tre “T”: territorio, tradizione, turismo. Termini, questi, legati tra loro da un senso storico e logico e che raccontano l’importanza del valsesiano per il Piemonte e l’intero Nord Italia.
Quello che racconta chi visita i luoghi della Valsesia è di avere, d’impatto, una sensazione di pace: merito, probabilmente, dell’alta cura delle zone verdi di cui la Valsesia è piena e che ne ha fatto il suo valore aggiunto. È proprio qui, infatti, che si concentra la maggior parte del turismo: sentieri, ruscelli, boschi e rifugi che creano l’atmosfera perfetta per chi ama in particolar modo le immersioni nella natura più pura.
Territorio
Una distesa naturale che parte dal Monte Rosa e giunge fino a Romagnano Sesia, in un susseguirsi di luoghi, possibilità e panorami mozzafiato: dalle città più note – per più motivi, come l’Alpaa che ha reso rinomata Varallo – a quelle conosciute agli estimatori della Valle – Scopa e Scopello, ad esempio -, la Valsesia ha una storia territoriale da far invidia a tutto il Paese: infatti, a tal proposito, è considerata la parte più verde di tutta Italia.
Si chiama Val Grande la valle principale della Valsesia: una forma particolare la sua, che sembra una grande “S” sdraiata, e che finisce ai piedi di Alagna, una delle cittadine più apprezzate dai visitatori per la particolarità delle sue stradine. Altre, poi, le Valli che compongono il tappeto verde valsesiano: a sinistra, Val Mastallone e Val Sermenza; a destra, Val Sorba, Valle Artogna, Val Vogna e la Val d’Otro. All’altezza di Borgosesia, ancora, si estende la Valsessera.
Un clima, quello della Valsesia, che non si può dire totalmente uniforme: esso cambia, infatti, in relazione all’altitudine in cui ci si trova. A caratterizzare il territorio, comunque, è un abbondanza di precipitazioni che, nei secoli, ha fatto sì che fosse sempre presente una vegetazione sempre ben sviluppata. D’inverno è possibile si tocchino temperature molto basse (<-10 °C) ma in estate si possono avere climi afosi e molto caldi, specialmente nella bassa valle. Nelle stagioni fredde, punta di diamante è la neve: questo perché le precipitazioni creano un’atmosfera poetica e rigenerante, nonché panorami indescrivibili, che diventano una delle principali attrazioni per i turisti.
Tradizione
Un elenco secolare quello che racconta le tradizioni della Valsesia: da quelle gastronomiche a quelle dell’artigianato, fino ad arrivare alle manifestazioni cittadine.
A livello gastronomico, fiore all’occhiello della Valsesia è la Festa dell’Uva: si svolge ogni anno, a settembre, a Gattinara, città conosciuta per la sua importanza in ambito enologico. Accanto a questo evento, si estende una lista di alimenti dal sapore decisi e dalla preparazione genuina tramandati da una lunga storia contadina. Dalla polenta concia ai capunèt, dalla toma (uno dei formaggi più amati) di varie specialità come la salagnun agli straccetti, dalla mocetta all’uberlekke di Alagna. E poi i dolci: la gnocca di Rimella, i canestrini di Civiasco, le miacce.
Tra le tradizioni artigianali, invece, troviamo il mondo del tessile – che, da sempre, è della Valsesia uno dei punti più forti della sua industria -, quello del marmo artificiale e la conosciuta “fabbrica delle campane” Mazzola.
Troviamo poi, come detto, gli eventi: il Carnevale è una delle manifestazioni più sentite dai valligiani, nella maggior parte della città di tutta la Valsesia. Ad animare le estati, invece, ci pensa ogni anno l’Alpaa, che propone grandi concerti a Varallo. La Valsesia, infine, vanta un grande numero di celebrazioni religiose, molto seguite non solo dai fedeli ma anche da tutti coloro che vengono attratti dall’atmosfera che si va a creare.
Turismo
Aprire il capitolo “turismo” per quanto riguarda la Valsesia significa andare alla scoperta di innumerevoli sfumature: esso è infatti legato sia al territorio valsesiano, per la sua struttura, sia per i percorsi che in esso si vanno a sviluppare in base alle sue tradizioni.
Tra i più importanti troviamo sicuramente i percorsi ambientali, amati dai camminatori e dai ciclisti: la Valsesia offre una rete sentieristica variegata e per questo adatta a qualsiasi persona, indipendentemente dalle sue preparazioni sportive. Non solo: diversi di questi percorsi sono coadiuvati dalla presenza di guide, di cui dispone l’Atl Vercelli-Valsesia.
Uno degli itinerari più amati è quello della Val Sabbiola e Valbella, che offrono il panorama delle pianure e verso il massiccio del Monte Rosa; a proposito di panorami, chi vuole immortalare con la propria macchina fotografica alcuni dei panorami più belli di tutto il Nord non può perdersi le viste che regalano la salita Res di Varallo, un percorso molto frequentato e che permette di passeggiare su una mulattiera ben curata tutto l’anno. Infine: dalla cima del Bec si gode di una vista panoramica a 360 gradi, dai laghi alle pianure del vercellese, del novarese e del milanese.
Per continuare con le passeggiate c’è la “Oltertol”, la passeggiata nei borghi Walser di Otro, dove è ben visibile il perfetto connubio tra la vita dell’uomo e il ciclo della natura. Si compone di sei frazioni, piccoli vilaggi Walser composti da poche e caratteristiche case. Uno dei territori, poi, più amati dai camminatori è il Sentiero Glaciologico, compreso nel Parco Naturale Alta Valsesia. Qui è possibile visitare otto pannelli didattici in luoghi dai quali sono visionabili i ghiacciai nelle sue fasi di espansione e ritiro.
Una delle mete più scenografiche della Valsesia, invece, è sicuramente quella della Valmastallone: percorrendo la mulattiera si giunge al Lago Branca, sulla via di collegamento tra Fobello e Bannio Anzino in Valle Anzasca.
L’arte, poi: si chiama Sentiero dell’Arte ed è sicuramente uno dei più caratteristici dell’intera Valsesia. In poco tempo, durante questo percorso, si passa dal centro abitato ad un mondo totalmente alpestre: un binomio che partorisce una delle particolarità di questo sentiero. Esso conduce all’Alpa Cangello; qui troviamo Campertogno, una delle comunità più antiche della Val Grande e durante la camminata è possibile visitare dieci frazioni e undici alpeggi, dove trovare punti di grande interesse storico e culturale. Tra questi, la Chiesa di San Giacomo Maggiore e il Museo di Arte Sacra; nell’Oratorio di Santa Maria, inoltre, sono conservate alcune delle opere scultoree in legno più importanti.
Tra quelli definibili, invece, percorsi archeologici c’è da annoverare il tour tra Castelli e Fortezze: sono almeno 20 i siti fortificati. Si inizia da Romagnano, fino al Castello di Prato e Gattinara – che vanta un ricco patrimonio archeologico –. Ultima tappa è sicuramente la Chiesa di San Giovanni al Monte di Quarona.
Per concludere, i percorsi enogastronomici: impossibile, qui, definire quale città valsesiana offra, più delle altre, un percorso migliore. Ogni paese che si incontra, infatti, ha le sue particolarità gastronomiche ed enologiche: dai vini di Gattinara ai formaggi dell’alta Valsesia.
Come, d’altronde, per quanto riguarda tutto il resto della Valsesia: fare una classifica dei luoghi migliori da visitare è complicato. C’è solo una cosa da fare, per scoprire quali sono le zone valsesiane più adatte alle nostre esigenze: attrezzarsi e partire.
AUTORE
Sabrina Falanga