Caro scuola: il 40% delle famiglie in difficoltà
Vincono le scuole medie. Ma non è una vittoria d’onore: perché si accaparrano il primo posto per la maggiore spesa da affrontare all’inizio di un ciclo scolastico. Le meno dispendiose sono le scuole elementari, precedute dalle scuole superiori.
I libri sono l’uscita economica maggiore. Ma non solo…
Tra i 400 e i 500 euro: questo l’ammontare di quanto una famiglia si trova costretta a spendere quando un figlio inizia le scuole medie.
«I libri sono la spesa maggiore: 350 euro sono dedicati solo a questo. È raro poter usufruire dell’usato – dice Nunzia Lanzieri, mamma di Silvia che inizierà la prima media –, anche quando i volumi sono ben tenuti, perché ogni anno la scelta dei testi cambia e i docenti vogliono che tutti gli alunni abbiano gli stessi libri».
Non solo. Perché «ci sono anche altre tante piccole spese che, sommate, aumentano di non poco la cifra che è necessario investire. Le copertine dei libri, ad esempio. È vero, è una spesa che si può definire superflua, o per lo meno facoltativa, però se si desidera che i testi acquistati non si rovinino in breve tempo è necessario foderarli. E poi – continua Nunzia – lo zaino nuovo, gli astucci, cartoleria varia quindi quaderni, biro, colori. E il materiale più specifico: gli album per educazione artistica e gli accessori utili a materie come educazione tecnica. Si arriva facilmente a 500 euro, solo all’inizio».
Crescono i figli, crescono le spese…
Le scuole superiori si stanziano al secondo posto ma di poco: il massimo, in genere, da dover investire quando i figli giungono al liceo è di circa 450 euro. La spesa per i libri non cambia: «Circa 350 euro per i testi scolastici – spiega Chiara Alborante, mamma di Gaia che inizierà l’Itis –. Per quanto riguarda il resto del materiale, la spesa si aggira intorno ai 100 euro. C’è da dire, però, che quando i figli iniziano le scuole superiori ci sono altre spese da mettere in conto: il pasto, durante i rientri, o quelli che consumano fuori perché cominciano ad avere abitudini diverse rispetto a quando erano più piccoli».
Chiara, però, spiega che l’Itis di Vercelli va incontro alle famiglie: «L’Istituto dà un contributo di 100 euro, come agevolazione, per le famiglie i cui figli iniziano la prima: è un buon incentivo, soprattutto per tutte quelle famiglie che si trovano in difficoltà economica e che non possono certamente sottrarsi alle spese scolastiche per i figli».
Le spese sono dedicate solo al materiale ‘extra’…
Le scuole elementari sono sicuramente quelle più economiche: l’acquisto dei libri non prevede una spesa così esosa, poiché sono pagati solo tramite le cedole libraie rilasciate, in genere, dalle stesse maestre agli studenti e da consegnare nella cartoleria o nell’esercizio commerciale in cui si sono prenotati i testi scolastici.
«Non si superano i 30 euro, per arrotondare. I libri, alle elementari, non sono la spesa maggiore: da acquistare – racconta Natalia Seco, mamma di Tommaso che inizierà la prima – ci sono i materiali classici quindi zaino, astucci, colori. Il diario non è più una spesa da conteggiare poiché molte scuole hanno adottato il metodo del ‘Tienimi D’occhio’, un diario che costa 2 euro e che tutti i bimbi hanno uguale. A differenza di chi ha figli più grandi, però, c’è una quantità di grembiuli di cui fornirsi, esattamente come capita alla scuola dell’infanzia. I bambini si sporcano facilmente, è quindi necessario avere più cambi. Poi le scuole chiedono un paio di scarpe in più per l’ora di ginnastica e, ovviamente, ci sono da mettere in conto le spese per i buoni pasto da pagare tutti i giorni».
Per tanti, una spesa difficile…
Quattro famiglie italiane su dieci non riescono a pagare l’intero ammontare scolastico: è un dato, questo, che emerge da uno studio di Adoc (Associazione Difesa Orientamento Consumatori) e che sottolinea che, a grandi linee, l’intero percorso di un figlio studente – dalla materna alle superiori – costerebbe 12mila euro. Non solo di libri, spiegano dall’Associazione, ma anche di spostamenti – benzina, trasporti – e questioni organizzative – baby sitting, ad esempio –.
Non dimentichiamo, infine, che c’è chi ha più di un figlio che contemporaneamente inizia un ciclo scolastico: lì, le spese, sono da contare al rialzo. Il doppio, almeno.
E’ quindi del 40 per cento la percentuale di famiglie in difficoltà di fronte a una spesa obbligatoria: un dato, questo, che si abbassa fortemente se messo a confronto con i nuclei familiari della Francia e del Nord Europa, dove da diversi anni ci sono contributi statali a favore di spese importanti come, appunto, quelle scolastiche.
Non solo libri: una battaglia anche ‘morale’…
Tra le spese da includere, specialmente per quelle famiglie i cui figli iniziano le scuole medie e le superiori, ci sono quelle per abbigliamento e accessori. Oggi l’attenzione per l’estetica si è alzata fortemente anche tra gli adolescenti (dai 12 anni in su), che da quando non indossano più il grembiule chiedono ai genitori vestiti sempre diversi e spesso costosi.
«Il peso delle spese scolastiche si fa sentire fortemente nelle famiglie. La maggior parte delle famiglie sono responsabili di molti aspetti della crescita dei figli: nel loro ruolo educativo, i genitori spiegano ai figli cosa è utile, cosa indispensabile, cosa ‘superfluo’ – spiega ai media Roberto Gonero, presidente di Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) -. Anche se con difficoltà, in un momento storico connotato da una crisi economica ancora molto forte, affrontano le spese utili per dare un futuro migliore ai figli. Le famiglie si trovano a combattere contro il consumismo sfrenato che influenza anche i nostri figli – conclude Gonero -, la battaglia è quindi anche fortemente educativa».
Fabrizio Azzolini – presidente di Age (Associazione italiana genitori) -, invece, sottolinea che «il problema della spesa per la scuola è argomento protagonista ogni settembre, tutti gli anni. Non si ragiona mai tra famiglie, ministero e librai: si arriva ad agosto o settembre e ci si lamenta del caro libri. Anche le denunce delle associazioni dei consumatori non producono grandi effetti, mentre è necessaria una concertazione. Passato l’inizio dell’anno scolastico, tutti si dimenticano della questione, che ritorna al centro dell’attenzione all’agosto successivo. L’acquisto dei libri è una tassa occulta che non viene riconosciuta alle famiglie».
AUTORE
Sabrina Falanga