#Storiedistrade: I fratelli Ponti
Bisognerebbe provare ad alzare gli occhi verso il cielo; bisognerebbe farlo mentre si passeggia in una delle vie che si percorrono quotidianamente e che diventano parte delle nostre abitudini. E le abitudini, si sa, capita che eliminino la capacità di osservazione, di scorgere dettagli e particolari che, a ben vedere, abbiamo sempre avuto a portata di sguardo.
Bisognerebbe provare a farlo anche in una via del centro storico di Vercelli, una di quelle stradine che si insinuano come vene nel cuore della città: via Fratelli Ponti. E per raccontare una storia, non si può che partire dalle origini di essa. Il suo nome, in questo caso: la via è dedicata ai due fratelli, Mario e Carlo Ponti, soldati appartenenti rispettivamente al 26imo Reggimento Fanteria della Brigata ‘Bergamo’ e al 136imo Reggimento Fanteria della Brigata ‘Campania’. Morti a distanza di un anno, Mario nel 1915 e il fratello nel ’16, i loro nomi sono scritti nei bollettini di guerra della storia che racconta il Fronte del Piave, durante la Grande Guerra (1914-1918).
Provate a entrare in via Fratelli Ponti da corso Libertà e, non appena l’avete imboccata, volgete lo sguardo a sinistra: allineati alla perfezione, e ancora ben conservati, vedrete dei volti scolpiti nella pietra della struttura che vi accompagna per numerosi passi, fino a giungere a un altro paio di occhi che vi osservano. Si tratta, in questo caso, della testa di un leone posta esattamente sopra all’entrata di un maestoso portone, dove all’interno era ospitato l’ex albergo ‘Leon D’oro’, di cui si può vedere ancora l’insegna.
Una via distinta e signorile, al quale non potrebbe che fare da specchio il negozio di abbigliamento ‘Shop’, situato al civico 3 di via Fratelli Ponti, dalle cui vetrine fanno capolino abiti dallo stile ricercato ed elegante.
E ancora. Un altro punto di riferimento storico della stradina è la Chiesa di Sant’Anna: un complesso architettonico risalente al XV secolo, la cui facciata risale al Settecento. All’interno della Cappella è conservato l’altare maggiore scolpito dallo scultore serravallese Martino Sezzano nel quarto decennio del XVIII secolo. Una struttura, la Chiesa di Sant’Anna, che riflette fasci di grande luce nei pomeriggi soleggiati, interrotti solamente dall’incrocio con le due vie aderenti, interruzione che dà vita a tratte luminose sulla facciata.
Una via, infine, importante anche dal punto di vista amministrativo per la città: esattamente di fronte alla Chiesa di Sant’Anna si trova infatti il Palazzo che ospita gli uffici della Regione Piemonte.
Certe vie, discrete nella loro forma e a volte, proprio per questo forse, ignorate, portano con sé il fascino della storia e della cultura di una città. E storia e identità non possono che essere l’essenza della città stessa.
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